Giusy Lauriola
“La mia ricerca è far combaciare all’opera che sto creando l’immagine interiore che vedo confusa e in lontananza, ma che conosco emotivamente perfettamente,”
Lauriola è nata a Roma, dove vive e lavora.
Ha esposto in gallerie in Italia e all’estero, è stata nominata per vari premi tra cui nel 2015 per il primo posto dal Museo Pier Maria Rossi. I suoi lavori si trovano in collezioni private in Europa, Stati Unti e Singapore. Prossimamente esporrà a Shangai, New York nell’ambito del progetto Another Place.
Nelle opere dell’ultima serie presentate nell’ambito della Fera d’arte di Padova le sue donne sembrano fluttuare, ci raccontano un passato elegante, si mettono in posa e liquide, si trasformano nell’imperfezione di corpi affascinanti e sfilano all’interno dello spazio della tela. Giusy Lauriola interpreta ancora una volta l’universo femminile giocando con loro, mostrandone la dolcezza, la potenza, la fragilità, la sensualità, la forza.
‘Questi lavori sono il risultato della ricerca dell’uso di resina e colori nel corso degli ultimi due anni. Ho cercato di creare figure trasparenti ma nascoste, fragili ma forti con uno stile che dal figurativo è diventato quasi un espressionismo astratto. E’ il mio modo di esprimere la condizione femminile. Questa è la ragione per la quale le chiamo “Donne Liquide”. Liquide perché la resina rappresenta l’acqua e l’acqua arriva ovunque e sfugge. Inoltre sono anche un riferimento cromatico al viaggio che ho fatto nel 2007 in Burkina Faso dove mi è rimasta impressa la varietà dei colori usati per i vestiti della donne in contrasto totale con l’usanza del nero che domina in occidente.” Giusy Lauriola
“L’artista sviluppa una poetica visiva intrisa fino all’essenza di sostanza e materia, nella quale le sue donne vivono il sogno della tela. Figure sinuose affrontano lo spazio bidimensionale ritmando ogni centimetro a disposizione e azzerando il tempo. Sogno quindi non come atmosfera ideale, ma come dimensione sospesa, dove lo spaziotempo è stravolto e le attrici si librano sulla superficie illudendo lo spettatore di un flebile contatto. Sono libere, ma al tempo stesso lievi, quasi palpitanti nella loro fragilità. Perché questo è quello che Lauriola desume dalla realtà di oggi. Infatti, non bisogna dimenticare che la sua pittura ha modellato il proprio Io nella velocità, nelle forze dinamiche e nelle paure che agitano il nostro presente di persone. Nella maggior parte dei quadri non è possibile percepire distintamente la donna dipinta. Ci viene incontro poi si ritira. Ci osserva poi perdiamo il contatto. E’ inafferrabile.”
Carlo Ercoli curatore e storico dell’arte
Dal 2004 ad oggi l’artista ha indagato questioni quali la guerra e l’indifferenza al dolore degli altri con il progetto Cambialamore, con il quale è stata invitata come ospite d’onore al festival internazionale di Lodz in Polonia, Killing Paradise. In seguito, la presa di coscienza del reale viene rielaborata in una dimensione altra, a volte onirica con la particolare prospettiva di un’utopia giudicata possibile: la bellezza, l’arte, possono ri-costruire la realtà e liberarci da tanti orrori interiori ed esteriori. Il lavoro che segue è la ricerca del divino nel quotidiano: la lotta tra Illuminazione e Oscurità, D.I.O., esposto a Roma, a Montecarlo e a Capalbio e il suo video selezionato per Premio Celeste.
Al ritorno da un viaggio in Burkina Faso nasce una visione frammentaria, simile a un flash, che sintetizza souvenir di viaggio, momenti del presente e ricordi imprevisti. Il suo sguardo, in seguito, cambia. I nuovi lavori raccontano ciò che l’artista vede, ascolta camminando per la città. Con queste opere è stata invitata in Siria con una mostra personale a Damasco e a partecipare a un simposio internazionale d’arte.
Nei lavori successivi la nuova percezione è sospesa, contemplata e colorata. Si scorgono ali, misteriosamente appoggiate sui viandanti, quali simboli delle nostre timide e colorate aspirazioni. Con questi lavori è stata invitata ad esporre in Grecia. Nel 2016 ha realizzato una mostra sponsorizzata dalla sede di Roma di Banca Generali che raccoglie i progetti degli ultimi 12 anni. Ultimamente il plexiglass è sparito e predomina la presenza di soggetti femminili, con corpi evanescenti e fluidi, donne che racchiudono un’area magnifica e magnificente. Pennellate nitide e decise, colori sfocati a volte surreali, soggetti realistici ma mai definiti. Nei suoi lavori c’è anche un dualismo quasi esistenziale tra il suo bisogno di controllo e la tentazione di vincerlo, lasciando che la resina faccia la sua fluida e magica azione.
Come ulteriore mezzo espressivo a compendio di molto progetti artistici, Lauriola realizza video art.