VERNISSAGE MERCOLEDÍ 5 APRILE DALLE ORE 18:30
IL GIAPPONE DI PORCELLANA DI YURIKO DAMIANI IN MOSTRA A SPAZIOCIMA
Mercoledì 5 (vernissage ore 18:30) e giovedì 6 aprile, presso la galleria romana SpazioCima, in via Ombrone 9, in vista dell’appuntamento romano “Festival dell’Oriente” di fine aprile, l’artista Yuriko Damiani presenta le sue delicate e colorate creazioni, tra draghi e farfalle, fiori e tanti altri simboli della cultura nipponica. Piatti, vasi e centrotavola di rara bellezza, realizzati artigianalmente e dipinti con colori puri e oro 14 carati. Figlia d’arte, nasce a Roma nel 1972 da mamma giapponese, pittrice ed insegnante di decorazione su porcellana, e papà italiano, profondo conoscitore della cultura del Sol Levante.
IL VERNISSAGE – Ospiti del vernissage di mercoledì 5 aprile, ore 18:30, anche la Band “Oltre Project” (Francesca Fusco voce, Luigi Tresca sax soprano, Lorenzo Apicella pianoforte e arrangiamenti). Il gruppo si dedica a diversi progetti multimediali in cui la musica incontra altre forme d’arte. Proporrà “Il Sol levante di Riuichy Sakamoto” che unisce i capolavori del grande compositore ai versi della tradizione letteraria giapponese in particolare alla forma poetica dell’Haiku. Tra i brani del concerto “Forbidden Colours” brano presente anche nel loro disco “Coloured Shadows”. Sponsor tecnico della vernice, Metropoliz Wine, il vino trend delle grandi metropoli legato all’arte contemporanea.
LA TECNICA – Porcellana decorata con polvere di oro antico su fondo oro metallizzato o su fondo nero. L’artista utilizza l’oro antico in quanto, risultando più ruvido al tatto, risulta più caldo. L’oro antico è importato direttamente dal Giappone ed è dato in modo che non rifletta la luce, come è sempre stato fatto in antichità, ma in modo che la assorba. L’oro antico è molto più resistente in quanto viene cotto a 780 gradi e può subire diverse cotture senza danno. Caratteristica è quella dei disegni geometrici creati da due o tre tonalità di oro antico. La precisione e meticolosità rendono questi pezzi unici.
BIOGRAFIA DI YURIKO DAMIANI – Figlia d’arte, nasce a Roma nel 1972 da mamma giapponese, pittrice ed insegnante di decorazione su porcellana, e papà italiano, profondo conoscitore della cultura del Sol Levante. Frequenta la facoltà di architettura dimostrando, però, sempre una propensione per l’arte e il disegno a mano libera che abbandona per molti anni per dedicarsi all’arredamento e fondare la catena di negozi di design DCube. In seguito riprende la sua iniziale passione decidendo di dedicarsi a tempo pieno alla decorazione su porcellana. Fondamentale per il suo percorso la straordinaria esperienza lavorativa in Giappone nello studio dell’Architetto Yoshinobu Ashihara.
Durante questa esperienza comprende l’importanza degli equilibri fra “pieni” e “vuoti” tipici dell’arte giapponese. Il primo affaccio nel mondo della porcellana avviene nel 2014 a Milano durante il prestigioso convegno internazionale “XIII Convention Azzurra”, dove riceve una menzione d’onore per l’opera presentata. In seguito perfeziona sempre più la sua tecnica fondendo la cultura italiana a quella giapponese sperimentando molteplici accostamenti di colori e di materiali per arrivare così alla tecnica “Oro Antico a rilievo su Oro Brillante”. L’accostamento di temi orientali a quelli occidentali rendono le sue opere senza alcun dubbio identificabili.
Sponsor della serata Metropoliz Wine
http://www.metropoliz.it/
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LA MOSTRA – Prosegue contemporaneamente l’esposizione “Paesaggi umani – con lo sguardo rivolto all’interno”, visitabile sino al 28 aprile, dal lunedì al venerdì, dalle ore 15:30 alle 19:30. La galleria rimarrà chiusa dal 13 al 18 aprile. Ingresso gratuito. La mostra, organizzata da Roberta Cima e Giuliano Graziani,curata da Roberta Cima, propone circa trenta opere dell’artista. Cornici liquefatte, cemento frammentato, grovigli di corde ben intrecciate, bruciature quasi perfette. Una serie di opere in cui i contrasti, tra materiali morbidi e duri, tra bianco e nero, sottolineano la disillusione e il pessimismo dell’artista nichilista. Il colore qui non è un elemento cromatico, meramente estetico, ma un principio significativo. Le sfumature sono lievissime, prevalgono il conflitto e l’uniformità, ulteriore simbolo di dualità psicologica e sensoriale. Qui anche i puzzle perdono valore, la propria riconoscibilità: vengono privati del loro senso, così come l’uomo viene alterato nella sua esistenza.