Bianca Banfi
Il percorso artistico di Bianca inizia alla fine degli anni settanta, periodo in cui si avvicina alla pittura ad acquerello esplorando il tema prediletto dei paesaggi: nell’alternanza di sfumature e colori indefiniti propri di questa tecnica pittorica, dominano il verde della campagna lombarda e l’azzurro tenue dell’acqua.
In questo primo periodo della sua vita artistica, Bianca segue corsi di disegno e pittura presso l’Accademia Carrara di Bergamo e frequenta il Maestro Gianni Secomandi che la rende consapevole non solo del proprio talento artistico, ma ancor di più, dell’ancestrale necessità di esprimere se stessa e il proprio mondo interiore attraverso la pittura.
Sono gli anni in cui Bianca alterna la paesaggistica al nudo e si dedica a imprimere su tela, con sguardo amorevole e profonda pietas, la postura curva e l’abbandono degli anziani che incontra presso l’Istituto Airoldi e Muzzi di Lecco.
Il successivo incontro con il Maestro Vittorio Martinelli avvicina Bianca alla pittura a olio e le consente di affinare progressivamente questa tecnica che arriva a padroneggiare con maestria: sono gli anni in cui si dedica al tema delle nuvole e dei paesaggi, i cui riflessi sull’acqua, ora resi più nitidi dalla tecnica a olio, ricordano le atmosfere lacustri evocate dalle opere di Segantini.
Negli anni ottanta la contaminazione con il mondo del teatro spinge Bianca a concentrare il proprio sguardo sulla profondità dei pensieri e dei sentimenti riflessi sui volti dei “personaggi in cerca di un pittore” che la circondano. Il suo intento diventa quello di catturare l’anima attraverso le rughe del volto e i sorrisi appena accennati: è il periodo dei ritratti a olio che seducono per la loro intensità e risvegliano nell’osservatore sentimenti ed emozioni, spesso indecifrabili e contrastanti.
Ed è in alcuni ritratti reali o immaginari, dalla Monaca di Monza al Giovane con i sogni fra i capelli, che troviamo lo stile di Bianca: una ricerca dell’equilibrio interiore dei personaggi che ritrae e che diventano pretesto per descrivere, con una grande dignità, la precarietà della condizione umana, ma anche la sua serena accettazione e la consapevolezza di sè.
Negli ultimi anni del suo percorso artistico Bianca frequenta la Maestra Renata Bonzo da cui apprende la tecnica della botanica con l’acquerello: Bianca si dedica così a indagare il dettaglio, a riprodurlo con lucida e appassionata autenticità, così scopriamo i suoi uccelli, tanto realistici da ingannare l‘osservatore che ne attende lo spiccare del volo.
Grazie a questa tecnica Bianca raffigura fiori, frutta, verdure, restituendo a chi guarda quella cura del particolare e quel gusto per il dettaglio che caratterizza e distingue ogni suo lavoro.