Esistono jeans fatti con cotone riciclato da altri indumenti ed esistono tante buone idee fai-da-te per riutilizzare vecchie paia di jeans sottraendole alla discarica (basta cercare su un motore di ricerca qualsiasi e si ottengono centinaia di risultati). Fino a oggi però non esisteva un modo per riciclare il tessuto denim e donargli nuova vita in forma diversa. Ci ha pensato Rifò, un’azienda fondata nel 2017 da Niccolò Cipriani e Clarissa Cecchi per produrre capi e accessori realizzati interamente con fibre tessili rigenerate al 100%.
Inizialmente la start-up di Prato ha lavorato recuperando lana e cachemire, poi ha deciso di puntare in alto e fare qualcosa che ancora nessuno era riuscito a fare: riciclare il denim, appunto, un tessuto molto resistente e molto diffuso. Così, dopo mesi di studi e ricerche, Rifò è la prima azienda al mondo che è riuscita a creare un filato derivato da tessuto denim riciclato e rigenerato composto al 97% da cotone (sul sito dell’azienda si legge che il restante 3% è composto da altre fibre non specificate che sono quelle di cui sono fatte le cuciture dei jeans). Con questo filato l’azienda pratese ha creato una collezione di maglioncini da mezza stagione che non vengono tinti mantenendo così la colorazione originale del jeans ed eliminando completamente l’uso di coloranti e prodotti chimici dalla produzione.
Per la realizzazione di ogni maglioncino vengono riciclate circa cinque paia di jeans e vengono impiegati solo 80 litri d’acqua contro i 3000 richiesti da un identico capo in cotone vergine: una riduzione nel consumo d’acqua pari al 97% che si unisce al 77% di quello di energia e all’abbattimento del 95% delle emissioni di CO2. Niente male per un progetto tutto italiano e a chilometro zero come spiega Niccolò Cipriani, uno dei due fondatori: “Dopo tanti mesi passati a sperimentare finalmente abbiamo trovato la giusta lavorazione per riciclare il tessuto jeans e siamo orgogliosi di presentare i primi indumenti realizzati in denim rigenerato. Un grande passo avanti nel riciclo di uno dei capi meno sostenibili del panorama dell’abbigliamento. Inoltre realizziamo i maglioni in jeans, insieme a tutte le altre collezioni, a chilometro zero nel distretto tessile di Prato. Questo perché producendo localmente si limita il consumo di carburante, si creano opportunità di lavoro per il territorio e si ha la certezza della qualità e dell’eticità del processo produttivo“.